Peste suina in Italia, scatta la zona rossa: quali sono i marchi da evitare, il dettaglio in etichetta

Anche in Italia spunta la zona rossa riguardante la peste suina. Sono diversi i marchi e gli alimenti da evitare: trovate tracce di maiale. 

In queste ore in Italia è scoppiato il caso che vede prodotti che sembrano vegetariani e in alcuni casi vegani, ma che in realtà possono contenere degli ingredienti di origine animale. In particolare il focus si è concentrato con i derivati del maiale. Spesso si può cercare di evitare i cibi contenenti maiale sia per motivi di salute o di religione, sia per quelli etici. Eppure questa scelta alimentare sta diventando sempre più difficile da seguire. Infatti non basta evitare la carne per non consumare il maiale.

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Scoppia il rischio peste suina anche in Italia – Radiokcentrale.it

Sembra proprio che alcuni prodotti vegani o vegetariani possano contenere al loro interno dei derivati del maiale. Di recente ha fatto scalpore il caso degli snack vegani contaminati dalla peste suina. Siamo quindi di fronte a un vero e proprio caso di truffa alimentare, che ha portato le autorità italiane a fare controlli a tappeto. Inoltre ci sono tantissimi prodotti di cui ancora oggi non possiamo escludere che contengano delle tracce di maiale. Adesso però è possibile anche riconoscerli e capire quali bisogna evitare.

Peste suina, è zona rossa: evita questi cibi in vendita

I cibi che possono contenere tracce di maiale rappresentano una preoccupazione per molte persone, specialmente per coloro che seguono specifiche diete o restrizioni alimentari. È importante essere consapevoli di questi potenziali ingredienti per fare scelte alimentari informate. Mentre alcuni cibi contenenti maiale sono ovvi, come carne di maiale, prosciutto e pancetta, altri possono sorprendere.

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Quali alimenti evitare per non imbattersi in tracce di maiale – Radiokcentrale.it

Di seguito troviamo degli alimenti che hanno tracce di maiale:

  • Gelati: Alcuni gelati possono contenere gelatina alimentare di origine animale, utilizzata per regolare la cristallizzazione dello zucchero e migliorare la consistenza.
  • Burro: Alcuni tipi di burro possono contenere gelatina di origine animale come addensante.
  • Birra e vino: Nella produzione di birra e vino, la gelatina alimentare può essere utilizzata come chiarificante per assorbire elementi torbidi e ottenere una bevanda limpida.
  • Succhi di frutta: Anche nei succhi di frutta può essere presente gelatina alimentare come chiarificante.
  • Yogurt: Alcuni yogurt possono contenere calcio derivato dalle ossa di maiale.
  • Barrette energetiche e integratori proteici: Alcuni di questi prodotti possono contenere collagene di maiale come fonte di proteine.
  • Formaggio cremoso: La gelatina di maiale può essere utilizzata come stabilizzante in alcuni tipi di formaggio cremoso.
  • Panna montata: Anche in questo caso, la gelatina può essere impiegata per conferire consistenza alla panna montata.
  • Caramelle e gomme da masticare: La gelatina alimentare è spesso utilizzata come legante e gelificante in questi prodotti.
  • Dolci e preparazioni dolci: Dolci, marmellate, torte e budini possono contenere gelatina alimentare come addensante.

Riconoscere i cibi che contengono gelatina alimentare (E441) può essere una sfida, ma è essenziale per coloro che desiderano evitare ingredienti di origine animale. In Italia e nell’Unione Europea, la gelatina alimentare di origine animale è indicata con la sigla E441 negli ingredienti. Allo stesso tempo è importante notare che esiste anche la gelatina alimentare di origine vegetale, identificata con la sigla E406, nota come agar. Leggere attentamente le etichette degli alimenti può aiutare a individuare la presenza di questi ingredienti e fare delle scelte alimentari più consapevoli.

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